L’accordo FATCA riguarda anche i contribuenti italiani.
Conosciamo già il FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act), la legge varata negli USA nel 2010, con il fine di contrastare l’evasione fiscale dei contribuenti statunitensi che investono tramite intermediari finanziari esteri. Ora le autorità stanno lavorando affinché l’accordi diventi bilaterale.
Nel 2014 gli USA hanno sottoscritto l’accordo intergovernativo con l’Italia per attuare tale normativa in base alla quale le istituzioni finanziarie italiane (banche Sim, Sgr, Società Fiduciarie, fondi di investimento e alcuni tipi di società assicurative) sono tenute ad effettuare opportune verifiche in materia fiscale fornendo rapporti periodici all’Agenzia delle Entrate relativamente ai conti, depositi e investimenti detenuti in Italia da cittadini e residenti negli USA o persone giuridiche anche non statunitensi ma con importante presenza di proprietà statunitense.
Tali dati vengono poi inoltrati alle autorità fiscali americane che riescono quindi a risalire più facilmente ad imposte evase da parte dei contribuenti americani.
Occorre però fare una considerazione importante.
Le autorità stanno procedendo in modo che tale accordo diventi bilaterale a tutti gli effetti.
Se fino ad ora col FATCA, l’accento era posto sulle informazioni relative ai contribuenti americani (cittadini o residenti negli Stati Uniti) che effettuavano investimenti per mezzo di intermediari finanziari esteri, ora riguarderà anche coloro che risiedono in Italia e detengono conti correnti negli USA così come anche soggetti Italiani che investono negli USA.
Probabilmente già dal 2017 verranno attivate nuove procedure per le quali le banche Statunitensi invieranno alle autorità estere (quindi anche italiane) i dati bancari relativi ai cittadini italiani (e degli altri paesi che aderiscono a FATCA) che posseggono investimenti oltreoceano.
In questo ultimo caso occorre fare riferimento alla normativa Italiana che si applica a chi risiede in Italia e detiene investimenti negli USA. A differenza di quella Americana, la normativa Italiana richiede la dichiarazione non solo degli investimenti finanziari ma di ogni tipologia di investimento e reddito prodotto, incluso quello in beni immobiliari.
In pratica: chi risiede in Italia e detiene investimenti di tipo finanziario o immobiliare negli USA deve dichiararlo nel quadro RW della dichiarazione dei redditi italiana.
Se fino a questo momento non lo si è fatto, è consigliabile valutare una procedura di “ravvedimento operoso lungo” che includerebbe naturalmente una sanzione. Tutto questo per evitare che le banche Statunitensi comunichino alle Entrate i dati degli investimenti in questione prima che questi vengano dichiarati spontaneamente dal soggetto residente in Italia.
Occorre comunque valutare il tutto con molta attenzione poiché potrebbero esserci anche sanzioni penali, nel caso in cui il reddito non dichiarato in Italia sia di grossa entità.
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