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Decifrando le Riforme Fiscali Italiane per Espatriati e Rientranti

In una recente evoluzione, l'Italia ha introdotto significative modifiche alle sue politiche fiscali, che influenzano gli espatriati che cercano di tornare nella loro terra d'origine. La mossa del governo, approvata il 19 dicembre come parte di una riforma fiscale "internazionale", segna uno spostamento nel trattamento degli espatriati senza laurea. Il nuovo "regime dei rientri" offre una salvezza agli espatriati altamente istruiti. Coloro che hanno almeno una laurea triennale e pianificano di tornare nel 2024 possono godere di un consistente taglio fiscale - una riduzione del 50% per quattro anni, fino a un limite di 600 mila euro. Tuttavia, gli espatriati senza laurea dovranno rinunciare a questi benefici fiscali, rendendo il loro ritorno meno attraente dal punto di vista finanziario.

La decisione del governo ha suscitato reazioni nella comunità degli espatriati, riflettendo sentimenti di "tradimento". La proposta iniziale di tagliare gli incentivi fiscali ha scatenato una petizione, ma la risposta del governo non arriva a una completa inversione di rotta. Per coloro che stanno prendendo in considerazione il trasferimento, la tempistica è cruciale. Le nuove regole entrano in vigore il 1 gennaio 2024, richiedendo alle persone di spostare la propria residenza fiscale da questa data in poi per usufruire dei benefici fiscali.

In un segno di valori familiari, il governo ha introdotto incentivi per i rientranti con figli a carico. Coloro che hanno figli vedranno un aumento aggiuntivo del 10% negli sconti fiscali, promuovendo un ambiente a misura di famiglia. Mentre l'Italia si muove in questo territorio di riforma fiscale, si consiglia agli espatriati e ai potenziali rientranti di valutare attentamente i cambiamenti e pianificare di conseguenza il loro ritorno. Il panorama è cambiato e gli espatriati devono ora valutare le implicazioni finanziarie di queste modifiche prima di decidere di fare di nuovo dell'Italia la loro casa.

Giulia Iacobelli